Foto di: Mauro Cionci                                                                                                       
"La scommessa di Davide Peretti Poggi è più radicale, più ardua. Viene dopo l’eclissi del volto umano nell’arte del Novecento, dopo le scarnificazioni e gli sfiguramenti di Fautrier, di Giacometti, di Bacon. Ne ha riconosciuto e assimilato i significati e le ragioni, e cerca di andare oltre, puntando ostinatamente sugli strumenti artigianali della pittura e guardando alla storia, compresa quelle delle avanguardie, con uno sguardo prospettico, che è lo speculare opposto dei pompierismi e dei citazionismi postmoderni. La sfida è duplice: da un lato l’affermazione di una continuità con l’arte del passato che non sia pura e semplice restaurazione; dall’altro la fede nella capacità della pittura di restituire integrità e persino una qualche forma di sacralità all’immagine dell’essere umano, riscattandola dalla reificazione e dalla degradazione a cui è sottoposta nel nostro tempo".
Guido Armellini
Identità Sospese - "IL VOLTO DELL’ALTRO FRA PROSSIMITÀ E LONTANANZA”
"Sembrano, le sue, opere fuori dal tempo e in realtà a ben guardare si intravede in esse un pensiero artistico profondo che gli deriva, probabilmente, dai suoi studi classici e dalle sue preferenze artistiche: Piero della Francesca, I "Prigioni" di Michelangelo, i Sironi monumentali."
Graziano Campanini
Emersi e sommersi - "Dalle acque alle acque"
"Un'intera infanzia passata imbrattandosi di colori a olio, ad acquarello, e poi impiastricciandosi di sostanze acriliche, fra barattoli di vernici, fra tubetti mezzo spremuti, fra pennelli consunti, spugne, stracci, spatole, frammenti di carboncino, spezzoni di sanguigna, di vecchie matite. fra pareti d'una casa sulle prime pendici dei colli, con un giardino volutamente rinselvatichito; e ogni stanza piena, da terra al soffitto, di dipinti spesso giganteschi, eseguitidalla mano maestra di suo padre, un pittore che allora a tutti celava una destrezza senza eguali; non in città, o nella sua patria, ma nell'intero continente. Che cosa mai poteva fare quel bambino, gattonando e poi barcollando e poi crescendo in quello strano mondo, unico e senza paragoni? Il padre, forse, non gli diede mai sistematiche lezioni. Ma quei quadri gli stavano attorno, e anche addosso. Erano il suo orizzonte, la sua vera finestra sul mondo, sulle cose, sugli oggetti da cui, nel vivere, siamo inconsapevolmente circondati, assediati..."
Eugenio Riccòmini
Emersi e sommersi - "Dalle acque alle acque"
"Viene dalla superficie dell'opera, la luce, nei dipinti di Davide Peretti Poggi, ed è come se questa luce "interna", se queste perle di luce che ovunque s'accendono e si propagano, ci segnalassero la conquista di una sorta di pianificazione e di ricomposizione, l'approdo al senso ultimo dell'esistere, ai "momenti di essere" in cui persone, cose, natura respirano dentro l'universo, al suo ritmo segreto."
Sandro Parmiggiani
Emersi e sommersi - "Davide Peretti Poggi: naufraghi alla luce"
"Corpi a pezzi e ricostruiti che sfidano la fragilità" - "Davide Peretti Poggi ferisce le tele sulle quali lavora. Le taglia, le sfibra, sfilaccia le trame larghe. Poi riunisce i brandelli. Ma dietro questo lavoro non c’è una visione negativa, nichilistica, dice lui. Perché poi le ricompone, le mette in piedi, trova il punto di equilibrio per le figure che assumono una sembianza umana. "È come se si ribellassero alla propria fragilità", spiega l’autore"
Powered by Regan Weller